Vaneggio di A. Porrino

Vaneggio

Vaneggio nel torpore torrido
di quest’odiosa afa
che vita mi toglie.
Quando morirò
dagli anni anagrafici
sottrarre dovranno
tre mesi per anno
quelli della non vita
del caldo che m’irrita
i mesi che il caldo mi sottrae,
così i miei anni diverranno otto in meno
dieci
quindici.
E come posso non essere irritata
se li ho sprecati ad attendere notti di refrigerio
al giorno di fiamme
privata anche delle normali funzioni celebrali?
Ma,
se dovranno detrarre anche i giorni di dolore
che vita mi tolgono
nella ripetitività del pianto senza lacrime
asciutto
eppure pianto resta,
or dunque
alla fine della conta
quanti anni di vita normale restano?
Ho fatto la sottrazione
con carta e matita
come prima elementare

e ne è venuto fuori che non sono ancora nata.
Il mio epitaffio sarebbe quindi
– Qui giace una donna morta
anche se in realtà non è mai nata –

Montagna, 20 agosto 2019 ore 18,15
Un rumore tra le foglie del sottobosco non ferma la mia scrittura
ma è esso a fermarsi.
Quando termino, alzo il viso dal quaderno e vedo
un cavallo è dinanzi a me, la mia penna lo ha incuriosito.
Io non scrivo più, lui se ne torna per la sua strada
Ecco due minuti di vita

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