Louise Bourgeois, scultrice, dal novecento al duemila
Non è una immagine che cerco, non una idea, è l’emozione di volere
Ha trascorso la sua vita solitaria cercando nella scultura la sopravvivenza alla sua infanzia traumatica. Ho bisogno delle mie memorie, diceva, sono i miei documenti, li sorveglio con cura e ne sono immensamente gelosa. Inizia ricreando nel legno le sagome dei suoi cari perduti, diciassette. Ma io, della sua vasta e apprezzata opera, voglio ricordare soltanto i suoi giganteschi ragni, per lei rappresentavano sua madre, la madre che avrebbe voluto si ribellasse al marito irascibile e violento, come un grande ragno appunto che però, tra le sue zampe trattiene i propri figli. E’ stata gratificata nella sua vita d’artista ma non ha mai smesso di rincorrere quell’infanzia che non ha avuto, gli applausi non le sono bastati. Chi osserva e forse ammira i suoi ragni posti nelle grandi sale d’arte moderna, capirà ? E ancora, se fosse vissuta nel secolo precedente, che fine avrebbero fatto fare a lei e ai suoi ragni ?