Carlotta, il grande angelo

Vive da violinista, muore da santa.

Nella santità cioè della accettazione che è l’alto traguardo cui ogni perfetto cristiano dovrebbe giungere. Ma, per l’appunto, bisogna arrivare alla perfezione della fede che consiste nell’affidamento alla volontà di colui che ci ha dato la vita, il suo dono in prestito per noi, e come ci dà la vita ci dà anche la fine di questa vita, transitoria per giungere all’altra che è invece definitiva, nei suoi tempi che spesso non sono i nostri.

Accetto, e quando lo pronunci dopo averlo maturato nel cuore e nella mente, ti lasci andare alla tua non volontà e pronunci quella frase che tante volte hai ripetuto meccanicamente nel Pater Noster ma che solo in quel momento ne comprendi il vero significato: sia fatta la tua volontà.
Già all’ultima sillaba lasci la terra del tuo transito passeggero ed entri nella beatitudine dei beati, anche se ancora in un corpo sofferente che stai lasciando alla terra già nuda di te. Per divenire oltre, per divenire altro.

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Margherita Serra. La scultrice dei corsetti

Margherita Serra è un’artista di fama internazionale. Studia all’Accademia delle Belle Arti e si laurea in Architettura al Politecnico di Milano. Subito le viene assegnata la direzione di un settore del Comune di Brescia, Arte e Cultura, fino al 1994 quando ha il coraggio di lasciare tutto per dedicarsi totalmente alla sua carriera artistica. [...]
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Quel mondo femminile che salva la natura

Da sempre ritengo la natura, flora e fauna, come un dono vitale che come tale deve essere gestito, quasi con la delicatezza con cui si lava la testa di un neonato. Se provassi ad immaginare un mondo senza querce, prati verdeggianti di erbe autoctone, campanule e margherite, scoiattoli, passeri, api e farfalle, vivrei in un buio di lutto. [...]
General view of Albarracin in evening. Aragon, Spain

Borgo = centro abitato di media o piccola grandezza e importanza.
Dimenticato = scordato, cancellato dalla memoria

Abbandonare un borgo, quindi, significa cancellare l’esistenza di un piccolo centro abitato perché considerato di poca importanza. Eppure, prima di essere dimenticato, prima di essere inserito nell’inceneritore geografico, era un nucleo di persone che lì passavano le loro notti e i loro giorni, divenuti anni, di persone che hanno formato famiglie nelle case ereditate da genitori e nonni, che hanno lavorato, che hanno tramandato tradizioni e usanze, che hanno lasciato case e terre alle discendenze certi di essere tutti anelli di una continuazione, erano persone presenti nel censimento. Invece, molti delle generazioni già viventi prima del 2000 e quelle nate dal 2000 in poi, non hanno mantenuto le promesse, non hanno più amato, hanno creduto in una vita migliore altrove, e sono scappati senza rimpianti. È iniziato così il lento ma costante spopolamento dei piccoli borghi.  [...]

brolo
Ci sono persone, ed io spesso mi ci rifletto, che restano ammaliate dagli anni passati con una nostalgia, innocente, che le porta a tornare retro per riprendere passi interrotti da una evoluzione non gradita, a tratti ritenuta involuzione. Un desiderio di toccare la sfera del passato, rotolarcisi sopra come giocolieri ed indietreggiare fino a dove sono certe di essere giunte nel luogo e negli anni dove ancora vorrebbero vivere. Una fantastica evasione da tutto quello che nel presente reale non piace, e si sa che non può essere cambiato. O almeno non del tutto. Eh sì, perché l’arte del recupero, sia essa di oggetti, di professioni, di estrosità manuali, di luoghi, di coltivazioni, di produzioni, ora è più che mai attuabile e lo dimostrano le tante persone che hanno realizzato progetti sulla carta impossibili, concreti invece nel compiacimento verso loro stessi, la loro tenacia, i loro valori intonsi. Un divenire, cioè, del sogno concretizzato, della brama appagata, della commozione nel vedere il risultato dinanzi ai propri occhi, di toccarlo persino, vivendo nella gioia rara di sentirsi realizzati in esso.
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Torno al vicolo che mai più nessuno nominò. E ho il fiato spezzato, lui ha più paura di me. Manco da tanti anni, troppi, come troppi i rinvii, giustificati senza mai un vero convincimento. Manco dalla notte che segnò le sorti di tutti noi, fuggiti all’alba dal vocio popolare che ci sarebbe stato da lì a poche ore. Lasciammo tutto così com’era, come era stato, al tempo che fu e mai più poteva essere. Tempo felice per me fino a quella sera. [...]
La lezione della Segre, la solitudine di Ilaria Cucchi, la notte di Bosso al teatro Romano: Melania Petriello e le mille storie da raccontare
Voi, grazie al rigore dei vostri studi e allo slancio del vostro sapere, voi potete fare della lotta un’esperienza di tutti, trasformando la giustizia in passione“ B. Brecht È inutile cercarla, questa frase era la conclusione di un suo discorso.
Esistono luoghi che sono moltitudini. Molteplici e cangianti, sempre abitati, polifonici. Luoghi che si muovono come spinti dalla forza tellurica, che diventano arcipelaghi e promontori, pianure sterminate e vicoli stretti. Luoghi che sanno essere silenzio e canto, Polifemo e Circe, Maria Antonietta e Robespierre.
"Tienimi la mano" è il podcast esclusivo, nato dalla conversazione di Liliana Segre con Myrta Merlino, prodotto da Chora Media per il Corriere della Sera.
L'incontro con una Gigante della storia.
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Il premio Nobel è il più ambito riconoscimento al merito, in ogni settore venga esso espresso. Per essere degno di un Nobel devi aver occupato quasi la tua intera esistenza nella realizzazione di un qualcosa di grande, tale da ricevere un encomio che più alto non ce ne è. Una commissione di esperti, persone di dignità e valore oltre che di competenza, esamina le vite di tanti eccelsi, e in un dato anno decide chi e perché è meritevole di cotanta lode.
“Qui mi trovo in un perfetto giusto mezzo: medio affetto, media vita comune, media vita solitaria. I libri strappati dalla libreria di Bologna qui vivono un’altra aria. Che piacere provo nel vederli così scelti ed allineati! Come amo toccare con le mani esperte quelle pagine intatte, ruvide e lucide, piene e succose di concetti chiari e documentati, ognuno dei quali contribuirà ad accrescere di qualcosa la mia anima, sì che un giorno io possa sentirmi superare a quello precedente" Lettera agli amici – Pasolini – 1941/45 È da sempre che il libro, inteso come oggetto da toccare, mi prende più di ogni altro. Lo shopping che mi dà dipendenza è soltanto in libreria.
Giovanna Ragusa, anima della MReditori è una editrice pervicace. Sceglie con cura le sue storie, scava, affonda, si prende cura del raccolto. Mi ha raccontato la storia di Samira con una convinzione invidiabile. La scelta di pubblicare un libro che racconta i diari dall’assedio, nella Siria dilaniata dalla guerra e dalla ferocia, dimostra coraggio. Giovanna spiega le sue ragioni, nelle righe che seguono, e lo fa aprendoci alle immagini della Samira che lancia il suo grido: una donna, dalla parte delle donne, e della pace. Samira, di cui si sono perse le tracce, è innamorata del suo paese fatto a brandelli, in cui il peso più ingombrante è sulle spalle delle donne, delle madri, delle figlie. La resistenza siriana è costellata di figure femminili forti, mai piegate, che non si sono arrese al regime e all’offensiva jihadista. Un diario obbligato che, attraverso questo libro, arriva nelle case dei lettori italiani. Raccontare la guerra è una missione. E gli occhi di una donna consapevole del suo destino riescono a metterla a fuoco, con lucidità e dolore. Melania Petriello
Una “Stanza tutta per sé” è il titolo di un piccolo libretto di Virginia Woolf, divenuto però molto celebre forse perché ancora adesso è il sogno, o l’esigenza di ognuna di noi. Chi, infatti, non ha mai desiderato una stanza tutta per sé? Io, è quello che chiederei se avessi l’abitudine di spegnere le candeline il giorno del mio compleanno, o se me ne stessi naso in sù a guardare le stelle cadenti nella notte di San Lorenzo. […]
Rita Charbonnier è una donna di grazia palpabile. Elegante nei gesti, zelante nelle ricerche, delicata nelle parole che usa come fiori appena raccolti. La sua indagine storica, traslitterata nei romanzi con amore e cura dei personaggi, ha portato alla luce figure di talento, tanto straordinario quanto silente. Nel suo fortunatissimo, e tradotto in tutto il mondo, “La sorella di Mozart” (edizioni Piemme), ha raccontato la vita e l’anima di Nannerl Mozart, bambina e poi donna di grande vocazione artistica, destinata all’ombra perpetua del monumentale fratello Wolfgang Amadeus. Una storia di perseveranza e sottrazione, dolore e sconfinamento, riportata alla memoria della scrittura. […]
Maria Antonietta Ferraloro
Un racconto siciliano, antico e moderno Maria Antonietta Ferraloro è la persona più siciliana che abbia mai conosciuto.Una donna di parole, e di parola. Porta in ogni suo gesto, cenno, suono, la Sicilia delle storie millenarie e fantastiche. Studiosa di rara precisione, curiosa instancabile, è considerata tra i più grandi esperti al mondo di Giuseppe Tomasi […]
Questa mia raccolta di poesie, liriche e riflessioni,
è una carezza che ho voluto darmi, una consolazione a me
che scrivo ancora aldiquà di un muro.
Ogni rima ha buttato giù un mattone. […]
Scrivere recensioni letterarie è iniziato, come tante volte accade, per caso.
Tornata da Roma, dove spesso vado a trascorrere qualche giorno da mia figlia, decido di accettare l’offerta fattami tempo prima da un settimanale regionale, e cioè curare una mia rubrica culturale basata su recensioni di libri. Accettai ad una condizione: dovevano essere recensioni letterarie, cioè di libri di valore scritti da grandi autori; che spesso sarebbero stati i loro libri meno conosciuti perché amo trattare di quello che vale ma la massa non lo tiene in considerazione proprio perché minore; che avrei alternato la letteratura con la buona narrativa contemporanea, e che non avrei mai recensito un libro imposto da qualche casa editrice per avere un po’ di pubblicità senza meritarla. Hai carta bianca, mi fu risposto. Iniziai proprio con questo primo scritto, come una sorta di prefazione […]
L'arte del silenzio delle voci per dare suono soltanto alle note
C’è una cosa, una su tutte, che ho imparato vivendoci in mezzo: le orchestre sono il paradigma umano di una società possibile. Complementare, inclusiva, governata dalle leggi del merito e sorrette dalle fondamenta della ispirazione che non è solo puro esercizio intellettuale ma sforzo al sacrificio costante. Le orchestre sono una cellula viva. Penetrabile da ogni impulso esterno ma mai del tutto assorbibile. In orchestra tocca entrarci in punta di piedi, chiedendo permesso, pur avendo tutti noi, nelle sue creazioni, piena cittadinanza […]
Donne che hanno compiuto cose importanti ma pochi lo ricordano. Meno che mai le ricordano.
Sarebbe il caso di aggiungere – ma pochi lo sanno, e quei pochi che lo sanno non lo ricordano più – Perché? Perché la società ha preferito, a pari merito, dare gloria e fama ad uno piuttosto che a un altro, ad uno o più uomini piuttosto che a una donna, perché quel merito era da riconoscere in quel momento ma poi non più, perché tanti godono nel far cadere nell’oblio chi in vita ha realizzato qualcosa di importante, perché tante volte il valore viene calpestato, bloccato, addirittura vilipeso e non c’è una spiegazione razionale a tutto ciò che di razionale non ha nulla. Insomma i perché sono legati al modus vivendi della società di quel dato tempo, al caso, alla ruota della giustizia che tante volte gira al contrario […]
"Il mio Natale ad Assisi"
“Ad ogni Natale io non perdo la speranza che in ognuno di noi si riapra quella parte di cuore che fa venire fuori la purezza dimenticata dell’infanzia”Presentato il racconto "Il mio Natale ad Assisi" di Annamaria Porrino, pubblicazione voluta e patrocinata dal Comune di Assisi, in distribuzione presso tutti i luoghi del Natale della città. […]

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